Il racconto "il modello di Pickman" è uno degli scritti di Lovecraft che più preferisco (e che quindi spero di trattare nel modo più approfondito che possibile), inoltre è il primo con cui venni a contatto; la trama del brano è relativamente semplice e presenta un tema nuovo per lo scrittore di Providence: esso ha come protagonista un artista, le cui opere sembrano degenerare nelle raffigurazioni più orribili e inquietati.
trama
Il protagonista si trova a rivelare all'amico Eliot, alltraverso un lungo flashback , il pauroso episodio che l'ha fatto allontanare definitivamente dall'artista Richard Upton Pickman, noto per la sua bravura a raffigurare soggetti fantastici. Quest'ultimo era stato escluso da numerosi circoli culturali a causa dell'esposizione di un suo quadro particolarmente rivoltante che raffigurava un essere intento a divorare un cadavere. Il protagonista, grande amico di Pickman, gli era restato accanto in seguito all'allontanamento dai circoli e era cresciuta in lui l'ammirazione per quest'ultimo.
I contatti sempre più stretti e intimi tra Pickman e il protagonista fecero in modo che l'artista, una notte, portasse il suo unico amico nello studio, affittato sotto falso nome, dove produceva i sui quadri orripilanti e fantastastici; Si trattava di una piccola casa buia e situata alla periferia della città, lì Pickman era solito iniziare, studiare, ricalcare e ultimare i quadri che avevano in comune soggetti orribili e demoniaci.
Pickman narra inoltre all'amico le antiche leggende che aleggiano sui lunghi e tortuosi corridoi che, come radici, attraversano i sotterranei della città, e che nei tempi remoti erano luogo di indicibili azioni (che non vengono descritte), le quali non sarebbero state certamente accettate in superficie.
Pickman accompagna l'amico in una grande sala illuminata da candele all'interno della quale si trovano i quadri coperti da tele di stoffa bianche; il pittore li scopre uno ad uno e il protagonista è inorridito dalle visioni che è costretto a contemplare tra quelle pennellate così precise ("...esseri bipedi di forma vagamente canina... gommosi e ripugnanti... raccolti in gruppi o in cimiteri e accovacciati nei cunicoli sotterranei...");
il protagonista accenna a descrivere gli orribili dipinti che
sono accomunati dalla presenza di esseri immaginari nell'atto di divorare cadaveri, di azzannare ignare persone scese in
cantina e di attaccare uomini in attesa della metropolitana. Egli
dichiara che il particolare più pauroso erano i volti delle
creature ritratti dall'artista in modo perfetto, come se si ispirasse
ad un modello (“ A suscitare tanto raccapriccio erano i volti,
Eliot, quei maledetti volti che sbirciavano lascivi e sbavavano dalla
tela, palpitanti di vita! Perdio, amico, credo sul serio che fossero
vivi! ...aveva portato sulla tela le fiamme dell'inferno”).
I due giungono infine alla stanza più in profondità della casa, al cui centro si presenta un pozzo che Pickman dice essere collegato alle fogne, chiuso da un pesante coperchio di legno, accanto al quale si trova l'ultimo lavoro dell'imbrattatele che è ancora incompleto sul cui bordo è affisso un pezzo di carta che il protagonista ipotizza essere il modello utilizzato dall'artista. A questo punto si sentono rimbombare per la stanza degli squittii e suoni acuti, Pickman sparisce nell'oscurità con una pistola, riapparendo qualche minuto dopo affermando di essere andato a cacciare e uccidere i grossi topi di fogna che spesso si infiltravano dalle fogne. Il flashback termina con il ricordo del protagonista di essersi infilato istintivamente la fotografia sistemata accanto alla tela in tasca e, il giorno successivo, di averla guardata per capire la natura di tanta bravura nel ritrarre minuziosamente quei volti: ("il pezzo di carta mostrava la creatura orribile che veniva raffigurata in quella orribile tela. Era il modello utilizzato da Pickman... lo sfondo altro non era che la parete dello studio-cantina riprodotto nei minimi particolari. Ma perdio, Eliot, era la fotografia di un essere reale!"). Il protagonista è sconcertato dalla scoperta e rompe definitivamente ogni contatto con l'amico Richard Upton Pickman.
commento personale
In questo racconto si possono trovare molti elementi nuovi per HPL ma che in seguito approfondirà in altri scritto:
-L'artista viene visto come una persona che ha la facoltà di vedere e sentire cose a noi non concesse, portandolo così ad essere connesso ad un mondo fittizio e fantasioso che però sembra, talvolta, interagire con la nostra realtà introducendo mostri orribili e indescrivibili; in altre parole: l'arte, e quindi l'artista, viene usata come tramite tra due mondi.
-La degenerazione delle facoltà morali di una persona (in questo caso di Pickman) a causa di ragioni poco chiare o sconosciute; in questo racconto la catabasi dell'artista viene considerata come principale causa della sua deviazione morale.
-L'idea che il mondo sotterraneo o comunque non visibile nasconda inevitabilmente azioni malefiche, entità malvagie e figure deviate (di questo fatto si hanno riscontri e conferme da moltissimo tempo, basti pensare alla localizzazione ideologica dell'Inferno cristiano).
I mostri che vengono descritti dal protagonista e che vengono osservati dallo stesso nei quadri di Pickman, sono quasi certamente ispirati alla creatura Ghul, che nella cultura araba è un'entità demoniaca (infatti la parola Ghul vuole significa semplicemente "demone"), un mostro che aggredisce, deruba e uccide i viandanti di zone desertiche. L'attività necroatropofaga viene ripresa da Lovecraft che visualizza scene di nutrimento di cadaveri dissotterrati nei cimiteri da parte di tali creature.
Le più recenti attestazioni scritte dei Ghul provengono da un racconto delle Mille e una Notte.
I due giungono infine alla stanza più in profondità della casa, al cui centro si presenta un pozzo che Pickman dice essere collegato alle fogne, chiuso da un pesante coperchio di legno, accanto al quale si trova l'ultimo lavoro dell'imbrattatele che è ancora incompleto sul cui bordo è affisso un pezzo di carta che il protagonista ipotizza essere il modello utilizzato dall'artista. A questo punto si sentono rimbombare per la stanza degli squittii e suoni acuti, Pickman sparisce nell'oscurità con una pistola, riapparendo qualche minuto dopo affermando di essere andato a cacciare e uccidere i grossi topi di fogna che spesso si infiltravano dalle fogne. Il flashback termina con il ricordo del protagonista di essersi infilato istintivamente la fotografia sistemata accanto alla tela in tasca e, il giorno successivo, di averla guardata per capire la natura di tanta bravura nel ritrarre minuziosamente quei volti: ("il pezzo di carta mostrava la creatura orribile che veniva raffigurata in quella orribile tela. Era il modello utilizzato da Pickman... lo sfondo altro non era che la parete dello studio-cantina riprodotto nei minimi particolari. Ma perdio, Eliot, era la fotografia di un essere reale!"). Il protagonista è sconcertato dalla scoperta e rompe definitivamente ogni contatto con l'amico Richard Upton Pickman.
commento personale
In questo racconto si possono trovare molti elementi nuovi per HPL ma che in seguito approfondirà in altri scritto:
-L'artista viene visto come una persona che ha la facoltà di vedere e sentire cose a noi non concesse, portandolo così ad essere connesso ad un mondo fittizio e fantasioso che però sembra, talvolta, interagire con la nostra realtà introducendo mostri orribili e indescrivibili; in altre parole: l'arte, e quindi l'artista, viene usata come tramite tra due mondi.
-La degenerazione delle facoltà morali di una persona (in questo caso di Pickman) a causa di ragioni poco chiare o sconosciute; in questo racconto la catabasi dell'artista viene considerata come principale causa della sua deviazione morale.
-L'idea che il mondo sotterraneo o comunque non visibile nasconda inevitabilmente azioni malefiche, entità malvagie e figure deviate (di questo fatto si hanno riscontri e conferme da moltissimo tempo, basti pensare alla localizzazione ideologica dell'Inferno cristiano).
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illustrazione di un ghul proveniente da "le mille e una notte" |
I mostri che vengono descritti dal protagonista e che vengono osservati dallo stesso nei quadri di Pickman, sono quasi certamente ispirati alla creatura Ghul, che nella cultura araba è un'entità demoniaca (infatti la parola Ghul vuole significa semplicemente "demone"), un mostro che aggredisce, deruba e uccide i viandanti di zone desertiche. L'attività necroatropofaga viene ripresa da Lovecraft che visualizza scene di nutrimento di cadaveri dissotterrati nei cimiteri da parte di tali creature.
Le più recenti attestazioni scritte dei Ghul provengono da un racconto delle Mille e una Notte.
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